La bella e la bestia
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Adriano Sannino |
12/11/2015 |
Pensando al corso della Croce Rossa Italiana che ho avuto il privilegio di frequentare, mi sono venute alla mente delle immagini che racchiudono un po' il percorso iniziato cinque anni fa insieme al Gruppo della Trasgressione.
L'immagine de “La bella e la bestia" rappresenta la doppia personalità che ognuno di noi ha dentro di sé. Per me la bestia è la "morte", quella della malavita per la quale commettevo nefandezze colossali contro me stesso e la società civile. Mentre l'immagine della bella per me è il bambino che si lascia ancora guidare dai sogni, quelli che poi ha abbandonato per nascondere le sue fragilità ed imperfezioni. Quel bambino, grazie alle tante persone che ha incontrato sulla sua strada e alla consapevolezza acquisita, sta ripartendo proprio da quei sogni abortiti. Inoltre sta riscoprendo la bellezza di stare insieme agli altri.
Il “teschio” ovviamente è la morte, ma per me rappresenta soprattutto la morte di tutte quelle persone che per il mio pessimo comportamento non ci sono più; ma anche la morte della mia coscienza e dei valori che avevo perso per strada. Questo mio comportamento mi aveva spinto a costruire, paletto dopo paletto, una gabbia e a chiudermici dentro.
Il “carcere” nei primi anni l'ho vissuto con un'arroganza e con una indifferenza bestiale, tanto che la mia mente pensava che mi stessero facendo un'ingiustizia. Poi ho avuto la forza di ridare voce alla mia coscienza e l'ho considerato come la giusta conseguenza dei miei gravi errori.
Il “libro” è la svolta della mia vita. L'istruzione e la cultura mi hanno indotto ad aprire la mente, ad aprire finestre sul mondo e allo stesso tempo a valutare le cose da tante prospettive. Oggi riesco ad interagire con persone di diversa cultura e, pur se non condivido il loro pensiero, le rispetto.
Il “bicchiere rotto” rappresenta le fragilità che ho scoperto di avere e che col tempo ho imparato a considerare una ricchezza con la quale costruire nuove relazioni. Questa consapevolezza mi sta portato a riparare la frattura che avevo creato con la società.
La "fiamma" è la rinascita della vita, l'amore per l'altro che ha portato dentro di me speranza e fiducia in me stesso e negli altri. Allo stesso tempo è la passione, la gioia, il calore che mi fa sentire il bisogno di ricostruire il patto sociale che nel tempo passato avevo rotto.
Il "dottore" rappresenta la guida da seguire, che con il suo lavoro e il suo esempio ti aiuta a scoprire e a valorizzare le risorse che hai dentro di te per migliorare te stesso e la società.
La "bancarella di Frutta & Cultura" è il lavoro onesto che tanti padri di famiglia e non solo svolgono con sacrificio ed onestà per costruire una vita degna per loro e un futuro per i propri figli.
La "autoambulanza" è la sirena che suona per soccorrere chi sta male, e che tanti anni fa invece per me rappresentava il nemico da combattere, o meglio non volevo che arrivasse.
L'alleanza tra il Gruppo della Trasgressione e la Croce Rossa mi fa sentire parte integrante di quella società che lavora per salvare gli altri. Oggi sono fiero, nel mio piccolo, di avere incontrato questa meravigliosa e credibile Istituzione che da 151 anni si prodiga in tutto il mondo, in tempi di guerra e di pace, per sostenere chi ha bisogno di aiuto.
Il Gruppo della Trasgressione e la Croce Rossa hanno a cuore la stessa finalità, cioè di aiutare l'umanità a star bene. Tutto questo mi ha fatto scoprire la libertà non solo fisica ma anche quella mentale. Non vedo l'ora di partecipare come volontario a tutte le future occasioni che la Croce Rossa attiverà per assistere le persone bisognose. Credo, anzi sono certo, che tutto questo non sia per me e per noi un punto di arrivo, ma un punto di partenza per continuare a migliorarsi.